martedì 30 dicembre 2008

Buon 2009 in poesia



Il 2009 è alle porte… si annuncia come un anno difficile, pieno di difficoltà economiche e non solo…...vorrei porgere i miei auguri a tutti gli amici del blog . Il mio augurio più affettuoso è di apprezzare le cose belle e semplici della vita, di avere rapporti umani sinceri e significativi, di appropriarci della forza della sobrietà , di non morire lentamente ma di vivere con grande slancio e passione .Vorrei farlo con una poesia che è stata impropriamente attribuita al grande Pablo Neruda per un clamoroso errore mediatico ( l’autrice è la scrittrice e poetessa brasiliana Martha Medeiros). Al di là della questione dell’attribuzione della poesia a Neruda, per me restano delle parole che non scivolano via ma si fermano e si fanno sentire.

Ode alla vita

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso ,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità

domenica 28 dicembre 2008

Aforisma


Di tutto quanto si dice e si asserisce, in effetti, è vero anche l'opposto.

sabato 27 dicembre 2008

Un Camminatore Nel Presepe


Un saluto a tutti i frequentatori di Camminando insieme blog! Sono Felice, Campora. Posto qui a lato un'immagine presa dal mio presepe; si tratta del viandante, eccolo con il suo sacco a tracolla, il bastone e il viso aperto di chi guarda alla vita con curiosità e stupore. Cammina cammina, un giorno arriverà davanti al Bambinello!

Da dove viene Babbo Natale?


Da dove viene Babbo Natale?
Vorrei riportare un post che ha scritto Pablo, un mio amico blogger palermitano che ama appassionatamente la natura e la letteratura sudamericana……..Lo copio-incollo integralmente :


“Stamattina sfogliavo una bella rivista ricca di foto : iceberg e ghiaccio coloravano molte pagine e io mi sono chiesto: ma perchè Babbo Natale deve vivere in Lapponia? secondo me sta in una casetta fatta di ghiaccio e neve dalle parti dell’Antartico, vive in un luogo pulito e incontaminato, vive e cammina lungo distese di un bianco abbacinante per ore e ore, immagino che la mattina si alzi, vada verso la banchina e accarezzi un pinguino e così scorga il mare, la sua barba profuma di sale e gli iceberg lo salutano.


Babbo Natale vive nel sud più sud del mondo e raccoglie i desideri degli uomini che per la forza di gravità arrivano a lui, vive come un marinaio dimenticato, il mio Babbo Natale ha la faccia di Francisco Coloane, invece del solito cappello ha un basco rosso con un pon pon bianco, non ha renne che trascinano la slitta, ma solo un gruppo di pinguini festanti che accompagnano i suoi passi.
Il mio Babbo Natale ha girato il mondo, parla tante lingue e legge tanti libri, sta tutto l’anno a pensare quale sia il regalo più bello .Quest’anno è andato in Paraguay e si è vestito da presidente e ha deciso di regalare a tanta gente il diritto alla parola, il diritto a leggere e scrivere


“Un giorno, quando in tutto il continente Americano i nostri fratelli sapranno leggere e scrivere, saranno abbattute molte barriere, incluse quelle che oggi ci dividono, e potremmo costruire una società migliore, più democratica e con più opportunità. avremo la possibilità di scrivere la nostra storia ed il nostro futuro senza che nessuno più potrà rubarla”.
Fernando Lugo

giovedì 25 dicembre 2008

Natale?

E’ natale. Per me, figlio del dubbio di Cartesio, del “cogito ergo sum”, è difficile assegnare alla festa una valenza religiosa. Penso che 2000 anni fa, un bambino chiamato Gesù, naque e visse secondo i valori dell’amore e della fratellanza, mettendo in guardia il popolo dal potere. Egli combattè quella battaglia, pur sapendo di andare incontro alla sconfitta e scelse la via del martirio per lasciare un segno indelebile del suo operato. Non credo nella chiesa che lo uccise, non credo nella trinità usata come strumento di controllo delle vite umane, nella barbarie delle crociate…..fatte in nome di Dio…che vergogna! Eppure, la chiesa cattolica è ancora lì, al suo posto…. a dire no al profilattico e all’aborto. Il natale è una festa? Per chi? Per le grandi catene di distribuzione? Per i commercianti affamati? Certo, anche perché qualcuno di importante ha invitato tutti a “non avere paura di spendere”. Spendere…. è il nostro dovere di bravi porcelli da allevamento. Dobbiamo lavorare e lavorare per guadagnare, per poi spendere quel poco che ci avanza e, se non avanza nulla, chiedi un prestito….pagherai dopo e pagherai di più. Non azzardatevi a tenere qualcosa per i vostri figli, per la vostra casa….spendete! Ho la nausea di tutto questo consumismo, inno alla vuotezza: non pensate, spendete… non parlate, guardate Maria de filippi e i vip sull’isola. Non studiate, tanto per fare la velina o il modello non serve. Il lavoro? Non c’è tempo per pensare, per ora mangio a casa di mamma e papà, mi vesto bene e ho un telefonino da sballo, poi vedremo. Cosa direbbe Gesù di tutto questo? Credo… si credo che Lui distruggerebbe il tempio. Cosa c’è da festeggiare? Buon Natale a tutte le “formicuzze” del mondo.

martedì 23 dicembre 2008


In questi giorni, abbiamo posto, nuovi contenuti di riflessione...
Temi come la "Libertà", pongono prospettive d'incontro notevoli, dialoghi serrati, sempre improntati alla definizione o al significato profondo di un termine, anche se troviamo molto più interessante il "fatto in se". Ritenuto che, lentamente, col passare del tempo, il significato stesso si trasforma continuamente, tanto da indurci, per errore di prospettiva, a scambiare un pezzo di corda per un serpente, il vero con la copia falsa... bisogna, quindi, porre molta ma molta ATTENZIONE!
Qualcuno, scherzosamente, mi chiedeva...: "allora, che cos'è la LIBERTA'?:
Strana domanda...vero, come si può definire qualcosa come la Libertà, la definizione non è mai la cosa.
Fiumi di scritti e parole, non sono serviti allo scopo.
Intanto , come dicevamo sul vecchio post, bisognerebbe che si fosse liberi da... e non tanto essere liberi di...
Nel frattempo, arroventarci su tali questioni, potrebbe essere uno spreco di tempo ed energia. E' veramente libero chi non ha la Mente piena di concetti, fraseggi, conclusioni, ideologie e quant'altro.
Chi sa guardare un tramonto o gli occhi scintillanti di un bimbo, senza pensare niente...niente di niente, ma solo estasiarsi di ciò che vede. Uno così, puo ritenersi libero, anche se vivesse in una prigione.
Chi sa morire alla propria immagine, chi sa abbandonare le vecchie forme mentis per libere spiagge immacolate di compassionevole luce dorata, accostandosi al dolore - sofferenza di una creatura vivente... può definirsi libero, gli altri... temo proprio di no.
Molti pensano di esser liberi di poter fare...ma, crediamo, che ciò sia un autoinganno crudele che si paga, ovviamente, a caro prezzo.
Il pensiero, tanto decantato nella società contemporanea, sicuramente, serve per gestire la vita quotidiana, organizzarla con intelligenza, assemblare un computer, costruire una casa o un aereo. Ma, per conoscere se stessi e comprendere la Vita nelle sue infinite forme, il pensiero è solo un orpello, inutile e poco rispondente allo scopo. O si pensa a cose passate ( ricordi...), o si pensa a prospettive future ( desideri o speranze...), il pensiero non è mai contemporaneo, l'attimo presente...non è pensabile, è atemporale.
Adesso, dopo tante parole e discussioni, possiamo ritenere che la Libertà ( ...), sia strettamente e intimamente legata alla Verità, alla Bellezza all'Amore e alla Morte.
O tutto quanto esposto non ha senso alcuno, cioè che tutto è l'incontrario di tutto?
Infine, lasciamoci con l'augurio che questo Natale, ponga in Essere la condizione (sine qua non) in cui si possa abbandonare definitivamente gli ormeggi... per la tanto desiata LIBERTA'!
" ATTENZIONE, ATTENZIONE...i passeggeri pronti per salpare per l'Infinito... sul molo N. 1
Nave in partenza, corsa unica e senza ritorno"
Buon viaggio ...!

sabato 20 dicembre 2008

Aforisma





Nessuno è miglior medico di se stesso!


Comunque, occhio alle feste in arrivo, e...Buon Natale!

martedì 16 dicembre 2008

Ciao Nicò!


Ciao guagliù...

lunedì 15 dicembre 2008

Buon compleanno NINO


buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, buon, compleanno NINO

domenica 14 dicembre 2008


D’accordo sul godere della vista di un tramonto o l’accostarsi alla fatica di una formica intenta a trasportare pesi enormi per sentirsi liberi in quanto piccoli e senza peso, senza ombra….ma annullare la propria immagine è un impresa così dura che riesce solo per qualche attimo . Credo che Ungaretti con il suo “mi illumino di immenso”, sia riuscito a fotografare uno di quegli attimi fuggenti, come solo un grande può fare. Per me, libertà è anche sapersi esprimere in modo preciso e ficcante, saper dipingere per dar forma ad un pensiero/immagine e qualsiasi forma di espressione artistica o spirituale che faccia esplodere il magma interiore in forma leggibile. Auguri a tutti !

Ecco Nino nella sua classica posizione.

Buon compleanno!

Buon compleanno Nino


Buon Compleanno a Ninone, da Giuliano

sabato 13 dicembre 2008

Definire la libertà


Naturalmente, definire la libertà è una delle utopiche aspirazioni dell’uomo ma, nonostante ciò, vorrei contribuire alla discussione. Penso che la libertà, o meglio la percezione che ognuno di noi porta di essa, sia fondamentalmente legata in modo inversamente proporzionale al possedere. Chi non possiede nulla, non ha nè ancore nè direzioni obbligate. La povertà assoluta di Gesù e di S. Francesco ne è un fulgido esempio. Quando l’orizzonte è di 360 gradi, il vento della propria anima può soffiare liberamente, senza correnti e maree contrarie o favorevoli. Ma noi, purtroppo, possediamo. Possediamo reticoli ed infrastrutture mentali congenite ed acquisite dalle quali, per quanto cerchiamo di fuggire, ne siamo sempre preda più o meno inconsapevoli. Ecco che Silvana dice che della libertà non ne ha che veloci ricordi e piccoli frammenti, che Giuliano si affianca a Vico nel constatare l’immane meccanismo dei corsi e ricorsi storici. Siamo piccoli ma, se ci facciamo ancora più piccoli, come l'universo nella sua lenta ed inesorabile implosione , forse un giorno, proprio come l'universo, arriveremo al big bang della nostra anima e saremo liberi.

Il sogno di un posto

Grazie Rocco di questa foto che mi riporta nel sogno del luogo in cui abitare.

Aforisma Natalizio ( in riferimento all crisi mondiale...)


Mo! Vene Natali... e nun tiegnu dinari...

Mi pigliu na pippa e... mi mindu a fumari...!

martedì 9 dicembre 2008

Frank Zappa

Un altro genere di ALCHIMISTA, un VIANDANTE della musica.
Sono già 15 anni che non è più tra noi (il 4 dicembre)
Volevo ricordarlo così..........R.i.p. Frank!
In realtà volevo caricare il video FREAK OUT da youtube ma..
non ci sono riuscita!

lunedì 8 dicembre 2008

Il Viandante e Il Matto


Il post di Giuliano sull’esagramma del "Viandante " mi ha solleticato molto su una delle nostre forme “divinatorie” più affascinanti per bellezza del segno, complessità grafica e interpretativa : i Tarocchi . Mi sono chiesta se esiste, nei Tarocchi, una figura assimilabile al Viandante e, sfogliando un mio vecchio libro di Oswald Wirth , ho visto che l’unica carta che si avvicina al Viandante può essere Il Matto, una carta fuori sequenza perché solitamente non numerata e che , da sola , sembra costituire il contrappeso degli altri 21 Arcani Maggiori. La carta del Matto ci appare piuttosto bizzarra : un uomo giovane, vestito in maniera trasandata , con in testa un buffo cappello a sonagli e che guarda verso l’alto, all’inseguimento dei suoi sogni ; è seguito da un animale (forse un cane) e il fagotto appeso al bastone è l’unico bene che possiede . La sua casa é il mondo, vive solo con il suo spirito e la sua povertà lo protegge da tutto e da tutti e infatti, storicamente , i matti venivano considerati i Folli di Dio e godevano di una diffusa aura di benevolenza . La carta del Matto ha più significati : può simboleggiare distacco dalla realtà o le promesse non mantenute , nell’accezione più ampia….Esotericamente potrebbe rappresentare il viaggio dello spirito . Il Matto , l’Eroe che parte alla Ricerca di Sé’ , come in tutte le fiabe, compie un vero e proprio viaggio iniziatico attraverso vari incontri ( Bagatto, Re, Papa ecc.) che rappresentano le forze terrene ; ci saranno altri incontri che metteranno alla prova poi il lato spirituale ( La Giustizia, la Temperanza, l’Eremita…) finché , dopo aver vinto le paure più profonde , avrà la ricompensa (Il Mondo). Una vera e propria metafora della crescita :
"Attraverso l’apprendimento e la sofferenza si raggiunge
finalmente la saggezza”
… ovvero la trasmutazione alchemica del piombo in oro….

sabato 6 dicembre 2008

Inivito a postare


Ciao Silvana, se poi riuscita ad entrare nel blog come autrice??
riesci a postare??
ci mancano tanto i tuoi interessanti post.
giuliano
Caminanti postate e camminate in questo blog.

mercoledì 3 dicembre 2008

Una pedalata estiva circumnavigando l'isola di Dino


Tutto iniziò in una sera d'estate, durante una cena a casa di Carmela e Renato, si lanciò l'idea di fare un giro con il pedalò, la scelta era tra i vicinissimi scogli d'isca (amaneta) e l'isola di Dino, la scelta cadde inesorabilmente su quaest'ultima. L'orario, le macchine, la colazione a sacco ed un pò d'imprevisti. La ciurma composta da Renato, Carmela, Rocco, Nino, Giuliano, Fernando, Silvano, Salvatore ed Alberto, muniti di pinne ochialetti, pizzette, buccunotti e frutta parte per raggiungere San Nicola Arcella. Il guidatore Rocco ci porta a destinazione, spiaggia id San Nicola Arcella, Lido forse "il gabbiano", Fernando contratta il prezzo di due pedalò e si parte, senza non prima aver fatto un tuffo ristoratore. Prima visita all'arco Magno, che non avevo mai visto e che mi fà restare a bocca aperto. Scendo sulla spiaggia ad ammirarre ed proporzionarmi con la grotta. Si continua zig zagando gli scogli e rischiando di affondare i pedalò con tutte le nostre aspettative, ma il timoniere rocco e fernando danno il meglio della loro marineria consolidata, sfidando i millimetrici specchi d'acqua. S'incontrano fiumi di "vruomi" o meduse settembrine di colore giallo punteggiate di tentacoli viola, dove hanno riparo dei pesciolini argentei. Si continua parlando scherzando, facendoci tuffi, prendendoci in giro, è la vita! Si giunge alla tanto agognata isola, facendoci superare dai natanti a motore e dai maratoneta del mare. La vista dell'isola è spettacolare anche se la presenza delle casette ad uovo non dava fastidio, ma il degrado e l'abbandono forse è da preferire, dato che permette alla natura di riprendersi il suo. Si entra nella prima grotta dove ci si bagna e si rimane incantati dell'azzurro dell'acqua. Si continua cicunavigando l'isola in senso antiorario, chi a nuoto chi sopra il pedalò.

Si entra nelle altre grotte, la più suggestiva riamane la grotta azzurra, che ci dà la sensazione di girare un servizio con jack cousteau, immergendoci nelle acque azzurre costellati di occhiate, in cui poter entrarci ed esserene inghiottito, con stupore di un tale spettacolo dove noi eravamo i protagonisti. Si continua gurdando i fondali ed ammirando una stella marina di un rosso porpora attaccata in modo tenace agli scogli (per gli ambientalisti, l'abbiamo vista solo da vicino).

Aggirate l'isola troviamo ormeggio ad un "pedale" o boa, dove sostiamo a mangiare i nostri panini riso e yougurt, ammirando la parete a strapiombo ed i gabbiani che volteggiano. Ritorniamo stremati al punto di partenza, stanchi ma appagati di un buona trascorsa giornata con la natura ed i nostri camminanti.
Buon camino da giuliano

martedì 2 dicembre 2008

Il viandante o il camminante non hanno fissa dimora



Il Viandante è l’esagramma 56 del libro dei li ching. Un libro di divinazione cinese.
L’esagramma è un insieme di sei linee che possono essere aperte o chiuse, maschile o femminile.
L’esagramma "il viandante" si compone di due trigrammi che forniscono la seguente immagine:

Il fuoco sopra

La Montagna sotto
Un fuoco sopra una montagna, questa immagine mi rimanda agli incendi estivi, in una visione notturna, in cui si vede il fuoco che divampa e che avanza, percorrendo velocemente il profilo delle nostre colline, emettendo lingue di fuoco e forti rumori dovuti agli scoppi delle canne ed alla lacerante apertura dei tronchi.

Il fuoco sopra la montagna, immagine di chi non può restare fermo, l’immagine di chi ha bisogno di un continuo alimento se no si spegne.


Il fuoco sopra e la montagna sotto, un’immagine in cui si ammira la bellezza di un elemento così ancestrale da rimane incantati e tardivi nel comporre quel numero in cerca di aiuto.

Il fuoco sopra e la montagna sotto, un alto punto di riferimento a cui puntare per intraprendere azioni, o a cui rapportarsi per dare una direzione alle proprie manifestazioni.
Il fuoco sopra e la montagna sotto. La terra che tutto accoglie e produce, sostiene il fuoco che tutto brucia e cambia.
Il viandante o il camminante non hanno fissa dimora, sostano per un tempo necessario, il viandante ed il camminante continuamente in movimento.
Ciao da giuliano

giovedì 27 novembre 2008

Camminando da Amantea al Tuvolo

Camminando da Amantea al Tuvolo, passando dalla Tonnara, dalla Chiesa di S. Elia e obbligatoriamente dalla casa di Nino

Ciao vi propongo un percorso che abbiamo "camminato" diverse volte, con diversi camminanti e in diverse stagioni.
Il percorso si svolge partendo d'Amantea e si arriva alla Tonnara e da quì si sale al Tuvolo, passando obbligatoriamente, con o senza preavviso dalla casa di Nino.
Il percorso non presenta difficoltà, un passo tira l'altro ed alla fine si è contenti di mangiare la frutta che si trova lungo il cammino, di godere del paesaggio dello stromboli e se si è fortunati di intravedere la cima fumante dell'etna.
Per tragitto e la descrizione del percoroso vi linko su questo sito: wikiloc, dove ho caricato il percorso (questo è su wikiloc link percorso basta cliccare ) + (questo link è per vedere il percorso con google earth clicca )
Buon camino da giuliano

lunedì 24 novembre 2008

Per avere una impostazione grafica, accogliente, mi sono permesso di spostare sul menu laterale, il filmato.
giuliano

domenica 23 novembre 2008

Nati per volare




Spesso ho pervicacemente detto a me stessa : “ cascasse il mondo ma non prenderò mai un aereo… volare è contro le leggi della natura …se Dio avesse voluto l’uomo volante lo avrebbe fornito di grandi ali come le aquile” e così via….poi un giorno ho avuto la fortuna di vedere un documentario su Angelo D’Arrigo, grande sportivo, recordman del volo libero e del deltaplano a motore che si è dedicato, ad un certo momento della sua vita, all’emulazione del volo dei grandi rapaci : ha vissuto con loro , ha imparato le loro regole gerarchiche, li ha amati e osservati per comprendere il volo “istintivo” .

Dal 2000 Angelo D’Arrigo era impegnato nel progetto “ Metamorphosis” - insieme a studiosi
di varie discipline –per perfezionare la tecnica dell’imprinting realizzata da Konrad Lorenz, e insegnare ai piccoli rapaci a volare, a sfruttare le correnti ascensionali dell’aria e a seguirlo nella loro rotta migratoria, per condurli e reinserirli nei loro habitat naturali . Il nostro Angelo ( un destino nel nome) ha attraversato , con alcuni rapaci, il deserto del Sahara, ha guidato anche il volo, col suo deltaplano, di alcune gru in via d’estinzione, dalla Siberia alle rive del Mar Caspio.

L’impresa che lo ha affascinato maggiormente è stata quella di salvare e allevare due piccoli condor, chiamati Inca e Maya ( condannati a vivere in una voliera in Austria) e insegnare loro a volare per poterli poi liberare negli alti cieli del Perù.La sua morte, avvenuta il 26 marzo 2006 in un incidente di volo, lo ha privato di questa gioia ma I SOGNI NON MUOIONO MAI così la moglie e il giovanissimo figlio hanno completato questa storia d’amore: dopo varie vicissitudini , Inca e Maya ( che insieme al serpente e al puma sono considerati animali sacri della cultura inca) sono stati portati in Perù e ora volano liberi sulla Cordigliera delle Ande ; io, grazie alle imprese e al carisma di Angelo D’Arrigo, ho avuto il coraggio di “provare” a volare in aereo (una sola volta…ma con successo : la paura è passata ).Grazie, Angelo!

sabato 22 novembre 2008

Buon compleanno ROSALINDA
auguri infiniti !

venerdì 21 novembre 2008

Buon compleanno


Di questi infanti, chi compie gli anni domani??
Buon compleanno da Giuliano

giovedì 20 novembre 2008

E' vero,se le panchine avessero occhi per vedere, orecchie per sentire e bocca per parlare potrebbero raccontare la storia di un Paese, della sua gente. Delle speranze nutrite in attesa di un viaggio, di incontri felici, di addii definitivi e di tanto altro ancora. Ho letto , ormai tanti anni fa , un libro di cui ricordo solo il titolo : "il rock della città vivente", in cui tutto ciò che sembra non avere anima, per un meccanismo assurdo prende vita, comunica e agisce. Sulle panchine delle stazioni ho passato lunghissime(così sembravano) ore in attesa di partire. Sulle panchine di giardini pubblici ho passato brevissime(così sembravano) ore a parlare con i miei amori, passati, ma non perduti.

Camminando insieme



Alto è nobile rimane il tuo spirito...

nelle gore di Kronos...

di cui beffardo....lasciasti la vuota forma

aprendo circonferenze... su infiniti reami...

libero nel puro diletto dall'Armonia ...


La "panchina" di Rimini.

Panchine e panchine...

Qualche settimana fa mi è capitato di leggere un piccolo libro di Beppe Sebaste, : “Panchine.Come uscire dal mondo senza uscirne”. Sono una lettrice che si lascia affascinare anche dal titolo dei libri e questo mi aveva intrigato abbastanza ; è un libro piccolo piccolo, un quasi saggio sulle panchine, che , invece di fermarti e sederti ti invoglia a viaggiare, a conoscere , a farti tante domande. La panchina è lo strumento migliore per coltivare la «vita solitaria», e tuttavia è anche un oggetto collettivo. Questo doppio aspetto - singolarità e collettività - attraversa tutto il libro di Sebaste. La panchina consente la massima invisibilità. Seduti lì si diventa di colpo un elemento del paesaggio, come se questo arredo pubblico avesse la proprietà di fare scomparire. L'uomo o la donna sulla panchina è chiunque, ma anche nessuno. La panchina consente la familiarità con lo sconosciuto, permette lo scambio verbale, anzi lo esige, per quanto a volte lo possa anche respingere Mi è piaciuta molto anche la tesi che afferma , senza risvolti colpevolizzanti, che leggere "è optare felicemente per una vita secondaria”….L’orrore, la doccia fredda è arrivata qualche giorno dopo quando ho letto su “Repubblica” la storia del “clochard” bruciato su una panchina a Rimini.
Nel libro, nel capitolo “Margini”, Sebaste ricorda la “rappresaglia sociale” contro il popolo delle panchine avviata dalle istituzioni di alcune città, soprattutto nei confronti di chi non ha un posto dove dormire. Di chi sta, appunto, sempre ai margini. Di chi è “povero” quindi clandestino “non sul piano geografico ma ontologico”. Di chi usa lo spazio “pubblico” per sopravvivere e non per consumare. Le panchine le tolgono dalle città e dai parchi e le mettono nei centri commerciali. A Rimini forse non hanno fatto altro che portare alle estreme conseguenze alcune idee scellerate diffuse in questo paese.….ma la cosa che mi ha ferita maggiormente è stata la scarsa rilevanza data alla notizia e la mancanza di indignazione in noi cittadini…...Povera Patria!

mercoledì 19 novembre 2008

Lo Zen della numerazione binaria

Camminiamo insieme in questa rete composta da primordiali 0110011010001 01011010 0001001 00110101001,
assoluti numeri che non danno scelta, ZERO oppure UNO, bianco o nero, alto o basso, aperto o chiuso, SI oppure NO.
ZERO o UNO non danno scelta, non forniscono sfumature, non si sforzano di unirsi, non si moltiplicano, ZERO o UNO, assoluti, unici, l’uno evita l’altro.
UNO oppure ZERO, che, insieme combinati forniscono la lettera A, forniscono la lettera G, combinazione di ZERO o UNO, mi formano le parole, le parole un vocabolario, vocabolario contenitore di tutti i libri scritti o non scritti.
Combinazione di ZERO o UNO, tutto o niente, yin o yang, sotto oppure sopra, dentro o fuori, buio o luce.
Combinazione di ZERO o UNO mi forniscono l'immagine di un volto, mi ridanno le mille sfumature di un tramonto, le dolci note di una sonata.
ZERO e UNO mi provocano i sensi, mi danno emozioni.
Combinazione di ZERO e UNO che si rincorrono, che si ricompongono in una rappresentazione POP, in un video di youtube, in una foto di picasa.
ZERO o UNO, hai il dubbio della scelta.

Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta


Autore Pirsig Robert M.
Ed. Adelphi.

Una Grande Avventura, a cavallo di una motocicletta e della mente; una visione variegata dell'America on the road, dal Minnesota al Pacifico; un lucido, tortuoso viaggio iniziatico. Qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa? In che misura ci si deve occupare della manutenzione della propria motocicletta? Mentre guarda smaglianti prati blu di fiori di lino, nella mente del narratore si formula una risposta:
«Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore».
Questo pensiero è la minuscola leva che servirà a sollevare altre domande subito incombenti: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos'è la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa?
Un saluto da Pino

Robert Pirsig

Beh, Franz parla di libri che gli hanno spalancato nuovi orizzonti e io ,poco fa, ho visto sulla spalla sinistra del Blog la foto di Robert Pirsig e del figlio Chris che, insieme, hanno fatto un viaggio che, oltre alla loro, ha cambiato la mia vita segnandomi per sempre…(mi provoca sempre una tenerezza incredibile vedere Crhis sorridente e pieno di vita sul sellino della moto, dietro al padre e poi pensare alla morte che gli è stata destinata)..
E ciò che è bene, Fedro, e ciò che non è bene - dobbiamo chiedere ad altri di dirci queste cose?”………Letto tantissimi anni fa, ho ancora stampata in testa questa frase….. un libro davvero poetico ed interessante . E’ una grande avventura, a cavallo della mente e di uno moto, una visione dell’America on the road ma anche un libro simbolo . Il romanzo di un itinerario della mente alla ricerca di se stessa. Il lettore , come in un gioco di scatole cinesi, legge contemporaneamente tre libri : legge un romanzo on the road, con la passione americana della frontiera, legge un manuale zen sulla “manutenzione” della moto e sulla tecnologia tout -court e legge (soprattutto) la storia di Fedro e della sua ossessiva ricerca della Qualità. C’è molta ricerca in questo libro , culto per una generazione : la ricerca di una “modalità” affinchè la Ragione possa “sottomettersi” alla Qualità, che diventa il bene supremo. Questo libro ,secondo me, ancora oggi mantiene la propria freschezza, sempre se i miei ricordi non siano fallaci…..ricordo anche di aver condiviso il piacere di questa lettura quasi esclusivamente con amici maschi e di aver letto ,in seguito, un altro romanzo di R. Pirsig :”Lila” del quale non ricordo quasi nulla……un po’ di tempo fa L’Observer, il settimanale del Guardian, ci ha fatto un regalo. Ha pubblicato un’intervista a Robert Pirsig.. Di lui oggi si sanno pochissime cose: Tim Adams ci racconta un po’ della sua vita attuale, ma soprattutto ritorna sull’opera che lo ha reso così famoso. Ciao a tutti gli amanti dello Zmm.. ..e scusate le mie continue intromissioni ma, quella foto, mi ha fatto venire una voglia da Ezechiele lupo!

Edgar Lee Master


Grazie Silvana per aver colto la forma scarna ed essenziale del mio intervento. Se ricordo bene, tu hai citato in un altro intervento Edgar Lee Master, nella sua "Antologia di Spoon River". Bene, quello è un libro che mi ha spalancato nuovi orizzonti.A parte i contenuti, quello che mi affascinava era la facilità con la quale egli riusciva a descrivere una vita intera con poche e semplici parole. Parole che penetravano la mia pelle come un bisturi, e che rimanevano dentro. Comunque, a parte la forma espressiva, penso che in effetti il camminare, inteso come spostamento, sia una necessità psicofisica dell'individuo. Una forma di "allenamento" e di esorcizzazione della stasi, dell'inerzia, della paralisi emozionale. Non l'hanno vista male gli aborigeni australiani! Ciao.

Invitiamo a camminare insieme


Invitiamo a camminare insieme, in questo blog fatto di parole,
fatto di musica, fatto di sentieri,
invitiamo a camminare insieme, lungo le strade dei nostri ricordi,
raccontando le nostre impressioni, ciò che abbiamo visto, come vorremmo che fosse, come abbiamo camminato.
Invitiamo a leggere questo blog.
Invitiamo e condividiamo le nostre esperienze.
Giuliano

Camminare è movimento, spostamento di immagini, suoni, odori ed emozioni. Che sia il lento camminare fra le montagne, sia l’andare per mare, impregnati di sole e di vento, il pensiero cammina sempre… anche rimanendo fisicamente fermi, a guardare il sole che tramonta e che scende lento …. che si muove per noi, che sprofonda nel mare per lasciare spazio a nuove luci, nuove immagini ed emozioni.

martedì 18 novembre 2008

Suoni dal mondo

Il ritmo determina l' intercalare della armonia

Aforisma


"Nu chilu i malutiempu i notti pare nu quintalu"


Espressione spesso utilizzata dai nostri marinai, quando in mare, all'apparire del primo lampo o goccia di pioggia sembra scatenarsi una tempesta. Questo ovviamente procura paura ed angoscia, e non si ha una reale valutazione di quanto stia succedendo.
Ma alle prime luci dell'alba... tutto è più chiaro e la mente sembra tranquillizzarsi e rasserenarsi, facendo tornaqre il senno e la misura

lunedì 17 novembre 2008

CHI CAMMINA NON CONSUMA SCARPE....


“Chi cammina non consuma scarpe”

Che antinomia anzi che paradosso!.. ma sono convinta che nei paradossi si possa cogliere una briciola di verità essendo, questi, una conciliazione di contrastanti tesi che vengono incamerate, digerite per poi tirarne fuori una terza più elaborata. Persino la forza primaria che tiene unito l'universo, l'amore, è in se stessa un paradosso perché significa trovare se stessi perdendosi in qualcun altro… …..
“Chi cammina non consuma scarpe” parole collegate indissolubilmente ad una serata a casa di Nino dove c’era anche un grande, simpaticissimo, mattatore: “Vittorio”, il papà di Rosalinda che ,ad un certo momento, citò questa frase.
Quel che pensai quella sera fu : chi si muove nel mondo con consapevolezza, con energia, con intento, riuscirà sempre a portare con sé alla fine del viaggio un’esperienza , un arricchimento ; riuscirà a superare le sue personali colonne d’Ercole con gran frutto per sé e per gli altri …fino al punto che l’esperienza gli permetterà di mettere su una (metaforica) fabbrica di scarpe!
Sono trascorsi diversi anni da allora, sono cambiate tante cose insieme ed intorno a me, eppure non riesco a trovare un significato diverso a questa frase sibillina e mi rimane il ricordo di una persona speciale che avrei voluto conoscere meglio…..

Camminate a denti stretti...

Camminate a denti stretti, per le strade di Napoli, da via Consalvo a piazzale Tecchio. Ci siamo conosciuti camminando, caro Ruocco, col borsone pieno di vestiti, libri e soppressate. Con la testa a volte agli esami, a volte agli amici e alle nostre cose lasciate all’improvviso. Camminavamo e parlavamo, camminavamo e tacevamo…per chilometri… a denti stretti. Camminando, mi raccontavi della tua Calabria, della tua estate, di Peppinella e di Totonno, Rosalinda, Felice, Renato, Nino e Magamoquette, Giuliano e il suo surf…quanti nomi… Camminando siamo diventati amici, camminando esorcizzavamo il nostro sentirci stranieri in una terra difficile….camminavamo veloci e con lo sguardo fisso avanti. Non camminavi così quando sono venuto a trovarti, in Calabria. Camminavi tranquillo, due passi e una sosta, altri due passi e un'altra sosta…. eri a casa. Ed ora, eccoci di nuovo a camminare spediti fra le montagne, con un altro animo, a raccontarci quello che siamo… come abbiamo sempre fatto. Ciao caro amico.

domenica 16 novembre 2008

camminando camminando riuscirò a pubblicare un post?

"Storia del camminare", di Rebecca Solnit (Bruno Mondatori 2005) : Un vero invito a uscire di casa e mettersi in strada, per vivere, assaporare e riconquistare il contatto con il mondo, quello vero, non l'immagine confusa che vogliono venderci per buona i vari “re del mondo”. Questo l’explicit del libro, profondo sì ma anche leggero come l’acqua di fonte :


Camminare è una delle costellazioni del cielo stellato della cultura umana, una costellazione formata da tre stelle: il corpo, la fantasia ed il mondo aperto, e sebbene ciascuna di esse abbia un’esistenza indipendente, sono le linee intrecciate tra di esse – tracciate dall’atto di camminare con scopi culturali – a farne una costellazione.
Le costellazioni non sono fenomeni naturali, ma impressioni culturali; le linee tracciate tra le stelle sono come sentieri consumati dall’immaginazione di coloro che li hanno calcati in precedenza. La costellazione chiamata “camminare” ha una storia, la storia percorsa da tutti quei preti e quei filosofi e quei rivoluzionari, da pedoni distratti, da passeggiatrici, da escursionisti, pellegrini, turisti, alpinisti, ma il suo futuro dipende dal fatto che quei sentieri di collegamento vengano percorsi ancora.
camminare insieme, o camminare con, mi sembra una buona riflessione.

sabato 15 novembre 2008

ciao c'è l'abbiamo fatta e ora c'è la facciamo

Polsi, la sera pima della veglia, per Dorella


Ciao Dorella, il commento che hai mandato sul blog di "camminando insieme" mi ha riportato i ricordi ai momenti trascorsi a Polsi davanti il santuario.

A Polsi ci sono stato due volte,

La prima dopo essere stato alle cascate del menta, e solo il tratto di strada che va da Gambarie a Polsi, accompagnato da una discesa infinita, dalle cime delle montagne e delle nuvole che vi sostavano, ha spostato il mio essere in un mondo odoroso di vita monastica, in una continua e ciclica vita di contadini/pastori, dove ogni novità che poteva raggiungerre il fondovalle si fermava, attratta da una forza di gravitazione diversa di quella terrena.


La seconda volta, era proprio la sera prima della veglia alla Madonna di Polsi, e l'immagine delle donne che pulivano il sagrato, il rintocco delle campane, gli antichi muri uguali da secoli, l'anziana signora che aspetta il tempo e la frenesia dei preparativi delle persone intorno alla chiesa, mi costringivano a rivivere un passato non ho vissuto, che a stento riuscivo a scrollare tanta era la suggestione che provovo.

Andammo via in macchina la sera all'inbrunire, dirigendoci verso San Luca. Più volte sbagliammo la strada, come incapaci di venirne fuori, e ciò marcò maggiormmente quella giornata nei nostri ricordi.
ciao da giuliano

Silvana scrive




Un altro grande amico di viaggi……CORTO MALTESE".

All'orizzonte di quell'oceanoci sarebbe stata sempre un'altra isola,per ripararsi durante un tifone,o per riposare e amare.
Quell'orizzonte aperto sarebbe statosempre lì, un invito ad andare "

Le sue storie mi (ci) hanno insegnato a viaggiare senza grandi mezzi se non la fantasia: il mare, l’avventura e soprattutto i sogni....Le sue storie puoi respirarle, assaporarle. Puoi riuscire a sentirci dentro il rumore del mare, il profumo della salsedine e lo stridio dei gabbiani. Il bel capitano tenebroso , fondamentalmente anarchico,è il giramondo che ognuno di noi sogna di essere , l’uomo artefice del proprio destino.

Nato senza la linea della fortuna, è convinto di poter decidere il proprio fato incidendosela lui stesso con un rasoio d'argento ... Non appartiene a nessuna bandiera: è fedele solo a se stesso. Cosmopolita per eccellenza,è figlio del mondo: ogni luogo è da vivere, imparare a conoscere e rispettare perchè il mondo gli appartiene e lui viaggia intrecciando rapporti con chiunque, senza distinzioni di classi sociali o razze. Istintivamente è dalla parte dei più deboli, dalla parte dei giusti. In Corto Maltese trovi non il fumetto tout-court ma una grandezza che rimanda ad autori come Melville, Conrad…Grazie, Corto; grazie H. Pratt!
Silvana

Il commento di silvana al post "oggi inizio a camminare"

Il ( mio) sogno più ricorrente è proprio il “camminare insieme”, il viaggiare....Il Viaggio come possibilità di abitare il mondo e , nello stesso tempo, di abitare l’ Altrove…..Al Viaggiatore è restituita la capacità rivelatrice di significati altrimenti invisibili. M. Eliade definiva il viaggio “Giardino di simboli” : l’obiettivo e l’impresa per entrare in questo giardino sono quelli di raggiungere la nostra immagine più profonda, viaggiando quasi a ritroso verso una condizione primigenia. Il Viaggiare poi diventa, quasi automaticamente, il Narrare che è forse un tentativo di far luce su un’esperienza così interiore che può essere paragonata alla ricerca del sacro Graal….Mi viene in mente una poesia di Edgar Lee Masters : “George Gray” , dall’ Antologia di Spoon River, e il rimpianto per una vita che non ha saputo slanciarsi nella grande avventura :....“Molte volte ho studiatola lapide che mi hanno scolpito:una barca con vele ammainate, in un porto.In realtà non è questa la mia destinazione,ma la mia vita.Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.E adesso so che bisogna alzare le velee prendere i venti del destino,dovunque spingano la barca.Dare un senso alla vita può condurre a folliama una vita senza senso è la torturadell’inquietudine e del vano desiderio –è una barca che anela al mare eppure lo teme”......Naturalmente qui il viaggio è da intendersi come ricerca di consapevolezza e di significato della propria vita , di abbandono totale a questa che, qualora non avvenisse, per paura o per pigrizia, la stessa umanità del vivere ne verrebbe ridotta ( e questo viaggio dentro di sé è il viaggio più importante e affascinante) però questa poesia per me è esplicativa anche di quella tensione verso l’ignoto, di quell’Ulisse che è in tutti noi e che vuole superare i limiti imposti dagli dei .Complimenti per il tuo Blog, Giuliano e Buon cammino a tutti!Belle le foto postate su slide show!
SILVANA

venerdì 14 novembre 2008

Come scrivere in questo blog

Caio Franz frazie per aver posto questa domanda, per scrivere, sul blog o vai sui commenti del blog che si trovano sotto il post a cui vuoi commentare, oppure mandami la tua email, che ti inseirsco come autore di post.
ciao giuliano

giovedì 13 novembre 2008

Camminando insieme a Silvana


Ciao Silvana, grazie per aver risposto al mio invito, ma credo che per poterti rispondere con la stessa intensità, dovrà avvenire una completa osmosi tra le parole da te scritte ed il mio "accogliere".
La visione della propria vita, come un viaggiare continuo, camminando insieme o da "soli", muove una ricerca interiore, che spesso porta alla riflessione che ben esprime la poesia di Edgar Lee fornendo l'immagine ".. di una barca con le vele ammainate in un porto."

Scelta consapevole o no!, dubbi che mi attangliano nel crepuscolo dei miei pensieri.

Scelte consapevoli oppure no!, spesso mi chiedo se sono io il conduttore di questa barca,
ma a volte lascio che il vento soffi dentro le vele, puntando il timone sull'orizzonte infuocato,
altre volte mi lascio trasportare, dallo scirocco che inverte la rotta,
altre volte sono confuso e rimpiango i porti lasciati.
Ma la taccia,
la rotta lasciata,
gli incontri anche ripetuti,
le stesse nuvole nel cielo,
l'orizzonte sempre uguale;
sedimentano in una vita che nessun altro potrà ripercorrere,
sedimentando una infinitesima traccia che fornisce un piccolissimo contributo, a se stessi e a chi con noi insieme cammina,
lasciando una sfumatura di vita da cui far scaturire altre soste ed altre rotte (sia consapevoli che non), che conducono, cito le tue parole "a quella tensione verso l'ignoto, che di quell'Ulisse che è in tutti noi, che vuole superare i limiti imposti dagli dei"




Polsi, San Luca d'Aspromonte. da pino


Polsi vista dall'alto durante la festa della Madonna della Montagna.

1 e 2 settembre

da Pino


mercoledì 12 novembre 2008

camminanti alla carica

Rocco, Nino, Renato, Carmela, Rosalinda, Franchinella, Edda, Roberto, Franca, Alberto, Paolo, Enzo, Francois, Salvatore, Francesco, Fernando, Silvana, Sonia, Roberto, Marcello, Rosetta, Belva, Giuliano, gli altri camminanti li aggiungete voi.
Per chi vuole camminare nel sito posta all'interno del blog, dovrebbe essere semplice.
Ciao da giuliano

Oggi inizio a camminare

Ciao a "tutti", anche se questi "tutti" ancora devono diventare.
Inizio il primo passo in questo blog che ha come incipt,
(che da un pò di tempo ci accumuna), il camminare insieme.
Camminare insieme, per confrontarci in un campo neutro,
che può essere la strada, la fatica, il panino, il cane che abbaia, la pioggia incombente, il vento di scirocco, il sole di mezzoggiorno, il fischio di un rapace, il fruscio del vento tra le foglie, l'onda più grossa per tuffarci, l'albero di fichi carico di primiuri, i verdi asparagi tra i cespugli bruciati, la vista di un rudere di 1500 anni fà.
Tutto motivo di emozioni su emozioni che hanno sedimentato il tempo trascorso insieme, emozioni condivise nel momento in cui avvengono, emozioni condivise nei ricordi mentali/digitali.
Concludo invitandovi a partecipare a questa discussione.
Ciao da giuliano
Buon camino!