mercoledì 12 novembre 2008

Oggi inizio a camminare

Ciao a "tutti", anche se questi "tutti" ancora devono diventare.
Inizio il primo passo in questo blog che ha come incipt,
(che da un pò di tempo ci accumuna), il camminare insieme.
Camminare insieme, per confrontarci in un campo neutro,
che può essere la strada, la fatica, il panino, il cane che abbaia, la pioggia incombente, il vento di scirocco, il sole di mezzoggiorno, il fischio di un rapace, il fruscio del vento tra le foglie, l'onda più grossa per tuffarci, l'albero di fichi carico di primiuri, i verdi asparagi tra i cespugli bruciati, la vista di un rudere di 1500 anni fà.
Tutto motivo di emozioni su emozioni che hanno sedimentato il tempo trascorso insieme, emozioni condivise nel momento in cui avvengono, emozioni condivise nei ricordi mentali/digitali.
Concludo invitandovi a partecipare a questa discussione.
Ciao da giuliano
Buon camino!

4 commenti:

  1. "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura chè la diritta via era smarrita ..."
    ciao. A presto.
    D.A.

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  2. Il ( mio) sogno più ricorrente è proprio il “camminare insieme”, il viaggiare....Il Viaggio come possibilità di abitare il mondo e , nello stesso tempo, di abitare l’ Altrove…..Al Viaggiatore è restituita la capacità rivelatrice di significati altrimenti invisibili. M. Eliade definiva il viaggio “Giardino di simboli” : l’obiettivo e l’impresa per entrare in questo giardino sono quelli di raggiungere la nostra immagine più profonda, viaggiando quasi a ritroso verso una condizione primigenia. Il Viaggiare poi diventa, quasi automaticamente, il Narrare che è forse un tentativo di far luce su un’esperienza così interiore che può essere paragonata alla ricerca del sacro Graal….
    Mi viene in mente una poesia di Edgar Lee Masters : “George Gray” , dall’ Antologia di Spoon River, e il rimpianto per una vita che non ha saputo slanciarsi nella grande avventura :
    ....“Molte volte ho studiato
    la lapide che mi hanno scolpito:
    una barca con vele ammainate, in un porto.
    In realtà non è questa la mia destinazione,
    ma la mia vita.
    Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
    il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
    l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
    Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
    E adesso so che bisogna alzare le vele
    e prendere i venti del destino,
    dovunque spingano la barca.
    Dare un senso alla vita può condurre a follia
    ma una vita senza senso è la tortura
    dell’inquietudine e del vano desiderio –
    è una barca che anela al mare eppure lo teme”......
    Naturalmente qui il viaggio è da intendersi come ricerca di consapevolezza e di significato della propria vita , di abbandono totale a questa che, qualora non avvenisse, per paura o per pigrizia, la stessa umanità del vivere ne verrebbe ridotta ( e questo viaggio dentro di sé è il viaggio più importante e affascinante) però questa poesia per me è esplicativa anche di quella tensione verso l’ignoto, di quell’Ulisse che è in tutti noi e che vuole superare i limiti imposti dagli dei .

    Complimenti per il tuo Blog, Giuliano e Buon cammino a tutti!

    Belle le foto postate su slide show!
    SILVANA

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  3. Doveva e voleva essere solo UN SALUTO!
    Ciao Silvana

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