mercoledì 19 novembre 2008


Camminare è movimento, spostamento di immagini, suoni, odori ed emozioni. Che sia il lento camminare fra le montagne, sia l’andare per mare, impregnati di sole e di vento, il pensiero cammina sempre… anche rimanendo fisicamente fermi, a guardare il sole che tramonta e che scende lento …. che si muove per noi, che sprofonda nel mare per lasciare spazio a nuove luci, nuove immagini ed emozioni.

3 commenti:

  1. Caro Franz le tue parole non possono non ricondurmi alla figura di un uomo
    che aveva orrore della stanzialità, ad un viaggiatore vagabondo che dedicò la sua breve esistenza a conoscere il mondo e a raccontarlo con una prosa scarna ed elegante. "Perché divento irrequieto dopo un mese nello stesso posto, insopportabile dopo due?" si chiedeva Bruce Chatwin….. Il nomadismo fu uno degli interessi centrali di tutta la sua vita e su questo tema raccolse dati scientifici, storici, mitici per rendere credibile la sua convinzione secondo la quale la vera quiete si trova solo nel movimento. "Forse dovremmo concedere alla natura umana un'istintiva voglia di spostarsi, un impulso al movimento nel senso più ampio. L'atto stesso del viaggiare contribuisce a creare una sensazione di benessere fisico e mentale, mentre la monotonia della stasi prolungata e del lavoro fisso tesse nel cervello delle trame che generano prostrazione e un senso di inadeguatezza personale”…E’ interessante il fatto che, come notò ( non ricordo se si trova ne “La via dei canti), gli aborigeni australiani usano la stessa parola per dire “paese” “patria” “strada”e “cammino”. Per loro “ essere per via è essere a casa “
    ciao

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  2. Grazie Silavana, grazie, Rocco, grazie Anonimo, grazie Franz, che con le vostre citazioni che spaziando da H. Pratt a Bruce Chatwin, e da George Gray a Rebecca Solnit, da Philip K. Dick ai commenti provocati dalla foto del santuario di Polsi, dagli aforisma ai commenti di Dorella, dalle citazioni del replicante .
    Vi ringrazio ancora, poichè così accelerate le mie sensazioni, fornite spinte ai miei pensieri, carambolate le mie idee, aumentate le mie percezioni, ampliate la rete dei miei neuroni, in modo da guardare attraverso i vostri occhi, pensare attraverso le vostre parole.
    Grazie da giuliano

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  3. "...Camminano,camminano, di rado per le strade maestre, spesso per i sentieri, ma per lo più, per un singolare simbolismo delle cose, fuori da ogni via calpestata dal servil gregge umano, dietro certe tracce misteriose seguite dalo loro capriccio,cui fanno da pietre miliari gli argini delle risaie, i filari dei pioppi,i salici delle bealere, le chiuse dei canali. Camminano, camminano, sotto il solleone ardente che copre i seminati, e dopo aver riposato qua e là all'ombra dei gelsi nell'afa meridiana,al lume delle stelle e tra lo stridio dei grilli nelle tiepide notti estive,sul fienile di solitari cascinali la maggior parte delle altre, ed aver chiesto ed ottenuto di che sfamarsi col frutto di quella terra di cui si sentono non servi ma padroni, camminano ancora..." dalla testimonianza di uno scrittore novarese vissuto tra Ottocento e Novecento, il Massara, nel libro di Sebastiano Vassalli "La Chimera".
    F.

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