giovedì 27 novembre 2008

Camminando da Amantea al Tuvolo

Camminando da Amantea al Tuvolo, passando dalla Tonnara, dalla Chiesa di S. Elia e obbligatoriamente dalla casa di Nino

Ciao vi propongo un percorso che abbiamo "camminato" diverse volte, con diversi camminanti e in diverse stagioni.
Il percorso si svolge partendo d'Amantea e si arriva alla Tonnara e da quì si sale al Tuvolo, passando obbligatoriamente, con o senza preavviso dalla casa di Nino.
Il percorso non presenta difficoltà, un passo tira l'altro ed alla fine si è contenti di mangiare la frutta che si trova lungo il cammino, di godere del paesaggio dello stromboli e se si è fortunati di intravedere la cima fumante dell'etna.
Per tragitto e la descrizione del percoroso vi linko su questo sito: wikiloc, dove ho caricato il percorso (questo è su wikiloc link percorso basta cliccare ) + (questo link è per vedere il percorso con google earth clicca )
Buon camino da giuliano

lunedì 24 novembre 2008

Per avere una impostazione grafica, accogliente, mi sono permesso di spostare sul menu laterale, il filmato.
giuliano

domenica 23 novembre 2008

Nati per volare




Spesso ho pervicacemente detto a me stessa : “ cascasse il mondo ma non prenderò mai un aereo… volare è contro le leggi della natura …se Dio avesse voluto l’uomo volante lo avrebbe fornito di grandi ali come le aquile” e così via….poi un giorno ho avuto la fortuna di vedere un documentario su Angelo D’Arrigo, grande sportivo, recordman del volo libero e del deltaplano a motore che si è dedicato, ad un certo momento della sua vita, all’emulazione del volo dei grandi rapaci : ha vissuto con loro , ha imparato le loro regole gerarchiche, li ha amati e osservati per comprendere il volo “istintivo” .

Dal 2000 Angelo D’Arrigo era impegnato nel progetto “ Metamorphosis” - insieme a studiosi
di varie discipline –per perfezionare la tecnica dell’imprinting realizzata da Konrad Lorenz, e insegnare ai piccoli rapaci a volare, a sfruttare le correnti ascensionali dell’aria e a seguirlo nella loro rotta migratoria, per condurli e reinserirli nei loro habitat naturali . Il nostro Angelo ( un destino nel nome) ha attraversato , con alcuni rapaci, il deserto del Sahara, ha guidato anche il volo, col suo deltaplano, di alcune gru in via d’estinzione, dalla Siberia alle rive del Mar Caspio.

L’impresa che lo ha affascinato maggiormente è stata quella di salvare e allevare due piccoli condor, chiamati Inca e Maya ( condannati a vivere in una voliera in Austria) e insegnare loro a volare per poterli poi liberare negli alti cieli del Perù.La sua morte, avvenuta il 26 marzo 2006 in un incidente di volo, lo ha privato di questa gioia ma I SOGNI NON MUOIONO MAI così la moglie e il giovanissimo figlio hanno completato questa storia d’amore: dopo varie vicissitudini , Inca e Maya ( che insieme al serpente e al puma sono considerati animali sacri della cultura inca) sono stati portati in Perù e ora volano liberi sulla Cordigliera delle Ande ; io, grazie alle imprese e al carisma di Angelo D’Arrigo, ho avuto il coraggio di “provare” a volare in aereo (una sola volta…ma con successo : la paura è passata ).Grazie, Angelo!

sabato 22 novembre 2008

Buon compleanno ROSALINDA
auguri infiniti !

venerdì 21 novembre 2008

Buon compleanno


Di questi infanti, chi compie gli anni domani??
Buon compleanno da Giuliano

giovedì 20 novembre 2008

E' vero,se le panchine avessero occhi per vedere, orecchie per sentire e bocca per parlare potrebbero raccontare la storia di un Paese, della sua gente. Delle speranze nutrite in attesa di un viaggio, di incontri felici, di addii definitivi e di tanto altro ancora. Ho letto , ormai tanti anni fa , un libro di cui ricordo solo il titolo : "il rock della città vivente", in cui tutto ciò che sembra non avere anima, per un meccanismo assurdo prende vita, comunica e agisce. Sulle panchine delle stazioni ho passato lunghissime(così sembravano) ore in attesa di partire. Sulle panchine di giardini pubblici ho passato brevissime(così sembravano) ore a parlare con i miei amori, passati, ma non perduti.

Camminando insieme



Alto è nobile rimane il tuo spirito...

nelle gore di Kronos...

di cui beffardo....lasciasti la vuota forma

aprendo circonferenze... su infiniti reami...

libero nel puro diletto dall'Armonia ...


La "panchina" di Rimini.

Panchine e panchine...

Qualche settimana fa mi è capitato di leggere un piccolo libro di Beppe Sebaste, : “Panchine.Come uscire dal mondo senza uscirne”. Sono una lettrice che si lascia affascinare anche dal titolo dei libri e questo mi aveva intrigato abbastanza ; è un libro piccolo piccolo, un quasi saggio sulle panchine, che , invece di fermarti e sederti ti invoglia a viaggiare, a conoscere , a farti tante domande. La panchina è lo strumento migliore per coltivare la «vita solitaria», e tuttavia è anche un oggetto collettivo. Questo doppio aspetto - singolarità e collettività - attraversa tutto il libro di Sebaste. La panchina consente la massima invisibilità. Seduti lì si diventa di colpo un elemento del paesaggio, come se questo arredo pubblico avesse la proprietà di fare scomparire. L'uomo o la donna sulla panchina è chiunque, ma anche nessuno. La panchina consente la familiarità con lo sconosciuto, permette lo scambio verbale, anzi lo esige, per quanto a volte lo possa anche respingere Mi è piaciuta molto anche la tesi che afferma , senza risvolti colpevolizzanti, che leggere "è optare felicemente per una vita secondaria”….L’orrore, la doccia fredda è arrivata qualche giorno dopo quando ho letto su “Repubblica” la storia del “clochard” bruciato su una panchina a Rimini.
Nel libro, nel capitolo “Margini”, Sebaste ricorda la “rappresaglia sociale” contro il popolo delle panchine avviata dalle istituzioni di alcune città, soprattutto nei confronti di chi non ha un posto dove dormire. Di chi sta, appunto, sempre ai margini. Di chi è “povero” quindi clandestino “non sul piano geografico ma ontologico”. Di chi usa lo spazio “pubblico” per sopravvivere e non per consumare. Le panchine le tolgono dalle città e dai parchi e le mettono nei centri commerciali. A Rimini forse non hanno fatto altro che portare alle estreme conseguenze alcune idee scellerate diffuse in questo paese.….ma la cosa che mi ha ferita maggiormente è stata la scarsa rilevanza data alla notizia e la mancanza di indignazione in noi cittadini…...Povera Patria!

mercoledì 19 novembre 2008

Lo Zen della numerazione binaria

Camminiamo insieme in questa rete composta da primordiali 0110011010001 01011010 0001001 00110101001,
assoluti numeri che non danno scelta, ZERO oppure UNO, bianco o nero, alto o basso, aperto o chiuso, SI oppure NO.
ZERO o UNO non danno scelta, non forniscono sfumature, non si sforzano di unirsi, non si moltiplicano, ZERO o UNO, assoluti, unici, l’uno evita l’altro.
UNO oppure ZERO, che, insieme combinati forniscono la lettera A, forniscono la lettera G, combinazione di ZERO o UNO, mi formano le parole, le parole un vocabolario, vocabolario contenitore di tutti i libri scritti o non scritti.
Combinazione di ZERO o UNO, tutto o niente, yin o yang, sotto oppure sopra, dentro o fuori, buio o luce.
Combinazione di ZERO o UNO mi forniscono l'immagine di un volto, mi ridanno le mille sfumature di un tramonto, le dolci note di una sonata.
ZERO e UNO mi provocano i sensi, mi danno emozioni.
Combinazione di ZERO e UNO che si rincorrono, che si ricompongono in una rappresentazione POP, in un video di youtube, in una foto di picasa.
ZERO o UNO, hai il dubbio della scelta.

Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta


Autore Pirsig Robert M.
Ed. Adelphi.

Una Grande Avventura, a cavallo di una motocicletta e della mente; una visione variegata dell'America on the road, dal Minnesota al Pacifico; un lucido, tortuoso viaggio iniziatico. Qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa? In che misura ci si deve occupare della manutenzione della propria motocicletta? Mentre guarda smaglianti prati blu di fiori di lino, nella mente del narratore si formula una risposta:
«Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore».
Questo pensiero è la minuscola leva che servirà a sollevare altre domande subito incombenti: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos'è la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa?
Un saluto da Pino

Robert Pirsig

Beh, Franz parla di libri che gli hanno spalancato nuovi orizzonti e io ,poco fa, ho visto sulla spalla sinistra del Blog la foto di Robert Pirsig e del figlio Chris che, insieme, hanno fatto un viaggio che, oltre alla loro, ha cambiato la mia vita segnandomi per sempre…(mi provoca sempre una tenerezza incredibile vedere Crhis sorridente e pieno di vita sul sellino della moto, dietro al padre e poi pensare alla morte che gli è stata destinata)..
E ciò che è bene, Fedro, e ciò che non è bene - dobbiamo chiedere ad altri di dirci queste cose?”………Letto tantissimi anni fa, ho ancora stampata in testa questa frase….. un libro davvero poetico ed interessante . E’ una grande avventura, a cavallo della mente e di uno moto, una visione dell’America on the road ma anche un libro simbolo . Il romanzo di un itinerario della mente alla ricerca di se stessa. Il lettore , come in un gioco di scatole cinesi, legge contemporaneamente tre libri : legge un romanzo on the road, con la passione americana della frontiera, legge un manuale zen sulla “manutenzione” della moto e sulla tecnologia tout -court e legge (soprattutto) la storia di Fedro e della sua ossessiva ricerca della Qualità. C’è molta ricerca in questo libro , culto per una generazione : la ricerca di una “modalità” affinchè la Ragione possa “sottomettersi” alla Qualità, che diventa il bene supremo. Questo libro ,secondo me, ancora oggi mantiene la propria freschezza, sempre se i miei ricordi non siano fallaci…..ricordo anche di aver condiviso il piacere di questa lettura quasi esclusivamente con amici maschi e di aver letto ,in seguito, un altro romanzo di R. Pirsig :”Lila” del quale non ricordo quasi nulla……un po’ di tempo fa L’Observer, il settimanale del Guardian, ci ha fatto un regalo. Ha pubblicato un’intervista a Robert Pirsig.. Di lui oggi si sanno pochissime cose: Tim Adams ci racconta un po’ della sua vita attuale, ma soprattutto ritorna sull’opera che lo ha reso così famoso. Ciao a tutti gli amanti dello Zmm.. ..e scusate le mie continue intromissioni ma, quella foto, mi ha fatto venire una voglia da Ezechiele lupo!

Edgar Lee Master


Grazie Silvana per aver colto la forma scarna ed essenziale del mio intervento. Se ricordo bene, tu hai citato in un altro intervento Edgar Lee Master, nella sua "Antologia di Spoon River". Bene, quello è un libro che mi ha spalancato nuovi orizzonti.A parte i contenuti, quello che mi affascinava era la facilità con la quale egli riusciva a descrivere una vita intera con poche e semplici parole. Parole che penetravano la mia pelle come un bisturi, e che rimanevano dentro. Comunque, a parte la forma espressiva, penso che in effetti il camminare, inteso come spostamento, sia una necessità psicofisica dell'individuo. Una forma di "allenamento" e di esorcizzazione della stasi, dell'inerzia, della paralisi emozionale. Non l'hanno vista male gli aborigeni australiani! Ciao.

Invitiamo a camminare insieme


Invitiamo a camminare insieme, in questo blog fatto di parole,
fatto di musica, fatto di sentieri,
invitiamo a camminare insieme, lungo le strade dei nostri ricordi,
raccontando le nostre impressioni, ciò che abbiamo visto, come vorremmo che fosse, come abbiamo camminato.
Invitiamo a leggere questo blog.
Invitiamo e condividiamo le nostre esperienze.
Giuliano

Camminare è movimento, spostamento di immagini, suoni, odori ed emozioni. Che sia il lento camminare fra le montagne, sia l’andare per mare, impregnati di sole e di vento, il pensiero cammina sempre… anche rimanendo fisicamente fermi, a guardare il sole che tramonta e che scende lento …. che si muove per noi, che sprofonda nel mare per lasciare spazio a nuove luci, nuove immagini ed emozioni.

martedì 18 novembre 2008

Suoni dal mondo

Il ritmo determina l' intercalare della armonia

Aforisma


"Nu chilu i malutiempu i notti pare nu quintalu"


Espressione spesso utilizzata dai nostri marinai, quando in mare, all'apparire del primo lampo o goccia di pioggia sembra scatenarsi una tempesta. Questo ovviamente procura paura ed angoscia, e non si ha una reale valutazione di quanto stia succedendo.
Ma alle prime luci dell'alba... tutto è più chiaro e la mente sembra tranquillizzarsi e rasserenarsi, facendo tornaqre il senno e la misura

lunedì 17 novembre 2008

CHI CAMMINA NON CONSUMA SCARPE....


“Chi cammina non consuma scarpe”

Che antinomia anzi che paradosso!.. ma sono convinta che nei paradossi si possa cogliere una briciola di verità essendo, questi, una conciliazione di contrastanti tesi che vengono incamerate, digerite per poi tirarne fuori una terza più elaborata. Persino la forza primaria che tiene unito l'universo, l'amore, è in se stessa un paradosso perché significa trovare se stessi perdendosi in qualcun altro… …..
“Chi cammina non consuma scarpe” parole collegate indissolubilmente ad una serata a casa di Nino dove c’era anche un grande, simpaticissimo, mattatore: “Vittorio”, il papà di Rosalinda che ,ad un certo momento, citò questa frase.
Quel che pensai quella sera fu : chi si muove nel mondo con consapevolezza, con energia, con intento, riuscirà sempre a portare con sé alla fine del viaggio un’esperienza , un arricchimento ; riuscirà a superare le sue personali colonne d’Ercole con gran frutto per sé e per gli altri …fino al punto che l’esperienza gli permetterà di mettere su una (metaforica) fabbrica di scarpe!
Sono trascorsi diversi anni da allora, sono cambiate tante cose insieme ed intorno a me, eppure non riesco a trovare un significato diverso a questa frase sibillina e mi rimane il ricordo di una persona speciale che avrei voluto conoscere meglio…..

Camminate a denti stretti...

Camminate a denti stretti, per le strade di Napoli, da via Consalvo a piazzale Tecchio. Ci siamo conosciuti camminando, caro Ruocco, col borsone pieno di vestiti, libri e soppressate. Con la testa a volte agli esami, a volte agli amici e alle nostre cose lasciate all’improvviso. Camminavamo e parlavamo, camminavamo e tacevamo…per chilometri… a denti stretti. Camminando, mi raccontavi della tua Calabria, della tua estate, di Peppinella e di Totonno, Rosalinda, Felice, Renato, Nino e Magamoquette, Giuliano e il suo surf…quanti nomi… Camminando siamo diventati amici, camminando esorcizzavamo il nostro sentirci stranieri in una terra difficile….camminavamo veloci e con lo sguardo fisso avanti. Non camminavi così quando sono venuto a trovarti, in Calabria. Camminavi tranquillo, due passi e una sosta, altri due passi e un'altra sosta…. eri a casa. Ed ora, eccoci di nuovo a camminare spediti fra le montagne, con un altro animo, a raccontarci quello che siamo… come abbiamo sempre fatto. Ciao caro amico.

domenica 16 novembre 2008

camminando camminando riuscirò a pubblicare un post?

"Storia del camminare", di Rebecca Solnit (Bruno Mondatori 2005) : Un vero invito a uscire di casa e mettersi in strada, per vivere, assaporare e riconquistare il contatto con il mondo, quello vero, non l'immagine confusa che vogliono venderci per buona i vari “re del mondo”. Questo l’explicit del libro, profondo sì ma anche leggero come l’acqua di fonte :


Camminare è una delle costellazioni del cielo stellato della cultura umana, una costellazione formata da tre stelle: il corpo, la fantasia ed il mondo aperto, e sebbene ciascuna di esse abbia un’esistenza indipendente, sono le linee intrecciate tra di esse – tracciate dall’atto di camminare con scopi culturali – a farne una costellazione.
Le costellazioni non sono fenomeni naturali, ma impressioni culturali; le linee tracciate tra le stelle sono come sentieri consumati dall’immaginazione di coloro che li hanno calcati in precedenza. La costellazione chiamata “camminare” ha una storia, la storia percorsa da tutti quei preti e quei filosofi e quei rivoluzionari, da pedoni distratti, da passeggiatrici, da escursionisti, pellegrini, turisti, alpinisti, ma il suo futuro dipende dal fatto che quei sentieri di collegamento vengano percorsi ancora.
camminare insieme, o camminare con, mi sembra una buona riflessione.

sabato 15 novembre 2008

ciao c'è l'abbiamo fatta e ora c'è la facciamo

Polsi, la sera pima della veglia, per Dorella


Ciao Dorella, il commento che hai mandato sul blog di "camminando insieme" mi ha riportato i ricordi ai momenti trascorsi a Polsi davanti il santuario.

A Polsi ci sono stato due volte,

La prima dopo essere stato alle cascate del menta, e solo il tratto di strada che va da Gambarie a Polsi, accompagnato da una discesa infinita, dalle cime delle montagne e delle nuvole che vi sostavano, ha spostato il mio essere in un mondo odoroso di vita monastica, in una continua e ciclica vita di contadini/pastori, dove ogni novità che poteva raggiungerre il fondovalle si fermava, attratta da una forza di gravitazione diversa di quella terrena.


La seconda volta, era proprio la sera prima della veglia alla Madonna di Polsi, e l'immagine delle donne che pulivano il sagrato, il rintocco delle campane, gli antichi muri uguali da secoli, l'anziana signora che aspetta il tempo e la frenesia dei preparativi delle persone intorno alla chiesa, mi costringivano a rivivere un passato non ho vissuto, che a stento riuscivo a scrollare tanta era la suggestione che provovo.

Andammo via in macchina la sera all'inbrunire, dirigendoci verso San Luca. Più volte sbagliammo la strada, come incapaci di venirne fuori, e ciò marcò maggiormmente quella giornata nei nostri ricordi.
ciao da giuliano

Silvana scrive




Un altro grande amico di viaggi……CORTO MALTESE".

All'orizzonte di quell'oceanoci sarebbe stata sempre un'altra isola,per ripararsi durante un tifone,o per riposare e amare.
Quell'orizzonte aperto sarebbe statosempre lì, un invito ad andare "

Le sue storie mi (ci) hanno insegnato a viaggiare senza grandi mezzi se non la fantasia: il mare, l’avventura e soprattutto i sogni....Le sue storie puoi respirarle, assaporarle. Puoi riuscire a sentirci dentro il rumore del mare, il profumo della salsedine e lo stridio dei gabbiani. Il bel capitano tenebroso , fondamentalmente anarchico,è il giramondo che ognuno di noi sogna di essere , l’uomo artefice del proprio destino.

Nato senza la linea della fortuna, è convinto di poter decidere il proprio fato incidendosela lui stesso con un rasoio d'argento ... Non appartiene a nessuna bandiera: è fedele solo a se stesso. Cosmopolita per eccellenza,è figlio del mondo: ogni luogo è da vivere, imparare a conoscere e rispettare perchè il mondo gli appartiene e lui viaggia intrecciando rapporti con chiunque, senza distinzioni di classi sociali o razze. Istintivamente è dalla parte dei più deboli, dalla parte dei giusti. In Corto Maltese trovi non il fumetto tout-court ma una grandezza che rimanda ad autori come Melville, Conrad…Grazie, Corto; grazie H. Pratt!
Silvana

Il commento di silvana al post "oggi inizio a camminare"

Il ( mio) sogno più ricorrente è proprio il “camminare insieme”, il viaggiare....Il Viaggio come possibilità di abitare il mondo e , nello stesso tempo, di abitare l’ Altrove…..Al Viaggiatore è restituita la capacità rivelatrice di significati altrimenti invisibili. M. Eliade definiva il viaggio “Giardino di simboli” : l’obiettivo e l’impresa per entrare in questo giardino sono quelli di raggiungere la nostra immagine più profonda, viaggiando quasi a ritroso verso una condizione primigenia. Il Viaggiare poi diventa, quasi automaticamente, il Narrare che è forse un tentativo di far luce su un’esperienza così interiore che può essere paragonata alla ricerca del sacro Graal….Mi viene in mente una poesia di Edgar Lee Masters : “George Gray” , dall’ Antologia di Spoon River, e il rimpianto per una vita che non ha saputo slanciarsi nella grande avventura :....“Molte volte ho studiatola lapide che mi hanno scolpito:una barca con vele ammainate, in un porto.In realtà non è questa la mia destinazione,ma la mia vita.Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.E adesso so che bisogna alzare le velee prendere i venti del destino,dovunque spingano la barca.Dare un senso alla vita può condurre a folliama una vita senza senso è la torturadell’inquietudine e del vano desiderio –è una barca che anela al mare eppure lo teme”......Naturalmente qui il viaggio è da intendersi come ricerca di consapevolezza e di significato della propria vita , di abbandono totale a questa che, qualora non avvenisse, per paura o per pigrizia, la stessa umanità del vivere ne verrebbe ridotta ( e questo viaggio dentro di sé è il viaggio più importante e affascinante) però questa poesia per me è esplicativa anche di quella tensione verso l’ignoto, di quell’Ulisse che è in tutti noi e che vuole superare i limiti imposti dagli dei .Complimenti per il tuo Blog, Giuliano e Buon cammino a tutti!Belle le foto postate su slide show!
SILVANA

venerdì 14 novembre 2008

Come scrivere in questo blog

Caio Franz frazie per aver posto questa domanda, per scrivere, sul blog o vai sui commenti del blog che si trovano sotto il post a cui vuoi commentare, oppure mandami la tua email, che ti inseirsco come autore di post.
ciao giuliano

giovedì 13 novembre 2008

Camminando insieme a Silvana


Ciao Silvana, grazie per aver risposto al mio invito, ma credo che per poterti rispondere con la stessa intensità, dovrà avvenire una completa osmosi tra le parole da te scritte ed il mio "accogliere".
La visione della propria vita, come un viaggiare continuo, camminando insieme o da "soli", muove una ricerca interiore, che spesso porta alla riflessione che ben esprime la poesia di Edgar Lee fornendo l'immagine ".. di una barca con le vele ammainate in un porto."

Scelta consapevole o no!, dubbi che mi attangliano nel crepuscolo dei miei pensieri.

Scelte consapevoli oppure no!, spesso mi chiedo se sono io il conduttore di questa barca,
ma a volte lascio che il vento soffi dentro le vele, puntando il timone sull'orizzonte infuocato,
altre volte mi lascio trasportare, dallo scirocco che inverte la rotta,
altre volte sono confuso e rimpiango i porti lasciati.
Ma la taccia,
la rotta lasciata,
gli incontri anche ripetuti,
le stesse nuvole nel cielo,
l'orizzonte sempre uguale;
sedimentano in una vita che nessun altro potrà ripercorrere,
sedimentando una infinitesima traccia che fornisce un piccolissimo contributo, a se stessi e a chi con noi insieme cammina,
lasciando una sfumatura di vita da cui far scaturire altre soste ed altre rotte (sia consapevoli che non), che conducono, cito le tue parole "a quella tensione verso l'ignoto, che di quell'Ulisse che è in tutti noi, che vuole superare i limiti imposti dagli dei"




Polsi, San Luca d'Aspromonte. da pino


Polsi vista dall'alto durante la festa della Madonna della Montagna.

1 e 2 settembre

da Pino


mercoledì 12 novembre 2008

camminanti alla carica

Rocco, Nino, Renato, Carmela, Rosalinda, Franchinella, Edda, Roberto, Franca, Alberto, Paolo, Enzo, Francois, Salvatore, Francesco, Fernando, Silvana, Sonia, Roberto, Marcello, Rosetta, Belva, Giuliano, gli altri camminanti li aggiungete voi.
Per chi vuole camminare nel sito posta all'interno del blog, dovrebbe essere semplice.
Ciao da giuliano

Oggi inizio a camminare

Ciao a "tutti", anche se questi "tutti" ancora devono diventare.
Inizio il primo passo in questo blog che ha come incipt,
(che da un pò di tempo ci accumuna), il camminare insieme.
Camminare insieme, per confrontarci in un campo neutro,
che può essere la strada, la fatica, il panino, il cane che abbaia, la pioggia incombente, il vento di scirocco, il sole di mezzoggiorno, il fischio di un rapace, il fruscio del vento tra le foglie, l'onda più grossa per tuffarci, l'albero di fichi carico di primiuri, i verdi asparagi tra i cespugli bruciati, la vista di un rudere di 1500 anni fà.
Tutto motivo di emozioni su emozioni che hanno sedimentato il tempo trascorso insieme, emozioni condivise nel momento in cui avvengono, emozioni condivise nei ricordi mentali/digitali.
Concludo invitandovi a partecipare a questa discussione.
Ciao da giuliano
Buon camino!