martedì 2 dicembre 2008

Il viandante o il camminante non hanno fissa dimora



Il Viandante è l’esagramma 56 del libro dei li ching. Un libro di divinazione cinese.
L’esagramma è un insieme di sei linee che possono essere aperte o chiuse, maschile o femminile.
L’esagramma "il viandante" si compone di due trigrammi che forniscono la seguente immagine:

Il fuoco sopra

La Montagna sotto
Un fuoco sopra una montagna, questa immagine mi rimanda agli incendi estivi, in una visione notturna, in cui si vede il fuoco che divampa e che avanza, percorrendo velocemente il profilo delle nostre colline, emettendo lingue di fuoco e forti rumori dovuti agli scoppi delle canne ed alla lacerante apertura dei tronchi.

Il fuoco sopra la montagna, immagine di chi non può restare fermo, l’immagine di chi ha bisogno di un continuo alimento se no si spegne.


Il fuoco sopra e la montagna sotto, un’immagine in cui si ammira la bellezza di un elemento così ancestrale da rimane incantati e tardivi nel comporre quel numero in cerca di aiuto.

Il fuoco sopra e la montagna sotto, un alto punto di riferimento a cui puntare per intraprendere azioni, o a cui rapportarsi per dare una direzione alle proprie manifestazioni.
Il fuoco sopra e la montagna sotto. La terra che tutto accoglie e produce, sostiene il fuoco che tutto brucia e cambia.
Il viandante o il camminante non hanno fissa dimora, sostano per un tempo necessario, il viandante ed il camminante continuamente in movimento.
Ciao da giuliano

8 commenti:

  1. Ciao giuliano! Che bello questo post e come porta lontan...Tu scrivi “Il viandante o il camminante non hanno fissa dimora, sostano per un tempo necessario, il viandante ed il camminante continuamente in movimento”.
    La stessa parola “viandante” sembra destabilizzante, la saggezza popolare direbbe che “partire è un po’ morire”, perché vengono ridotti o annullati , nel Viaggio, non solo le nostre abitudini ma anche le relazioni stabili, i rapporti parentali e amicali .In realtà, tutta la potenzialità del viandante si realizza proprio quando si riesce ad entrare in relazione con una realtà “ altra” che motiverebbe così il nostro stesso andar via...
    Il professore Umberto Galimberti parla di ETICA del VIANDANTE, un’ etica che deve dissolvere i recinti dati dalle certezze(che potrebbero essere , per es. il punto di partenza e quello d’arrivo) e da ricercare kantianamente nel cielo stellato sopra di noi e nella legge morale dentro di noi o, per dirla alla Castaneda basterebbe posseere il Giusto Intento...
    Devo postare questo commento come anonimo : non viene accettato l'account google nel profilo :boh!
    Silvana

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  2. Grazie Silvana per i tuoi richiami letterari che spingono ad amplificare e ad espandere questo nostro territorio, territorio sconosciuto ed inesplorato. Grazie alle tue parole, ai tuoi pensieri, intrecciati con la tua esperienza, digerite con le tue riflessioni, mi offrono ci offrono punti di vista diversi, combinazioni diverse.
    Grazie a tutti che con le loro idee simili a punti di appoggio su cui poggiare il proprio passo, ci offrono sentieri e tracce per continuare il proprio/nostro cammino, indicandolo, consigliandolo, accennandolo.

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  5. Ciao Giuliano, ciao Silvana. I vostri pensieri mi attirano...e io mi muovo nelle mie (stupide)riflessioni. Forse, proprio nell’idea del viaggio, dello spostamento continuo, del non appartenere….. è possibile trovare quella "stabile instabilità" che ti porta al di fuori del recinto, oltre le Galimbertiane certezze. Muovere il corpo ma, soprattutto, muovere la mente in continui disegni e sentieri,fuggire il fuoco per poi fermarsi ad ammirarlo come dice Giuliano, muoversi veloci e muoversi lenti, ad occhi spalancati e ad occhi chiusi per attraversare i colori e i suoni e gli odori… per poi fermarsi ed aspettare che tutto ciò che è IO taccia e, finalmente, ascoltare.

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  7. La citazioni di Galimberti mi hanno incuriosito e sono andato alla ricerca di quest'etica del viandante, che tutto attraversa e guarda, senza lasciare orma, senza lasciare traccia, un viandante privo di cose, solo del suo fardello, viandante come esempio di sviluppo futuro, ognuno con la sua storia con il suo passato, ma viandanti senza passaporti, senza una identità di titoli, di razza, cultura.
    Sarà possibile??

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  8. Ciao Franz, che piacere riparolarti in questo blog di camminanti, navigandi, vaindanti, che bello puntare la mia bussola sulla tua immagina su quella di silvana, sulla direzione di rocco. Camminando insieme da giuliano

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