sabato 13 dicembre 2008

Definire la libertà


Naturalmente, definire la libertà è una delle utopiche aspirazioni dell’uomo ma, nonostante ciò, vorrei contribuire alla discussione. Penso che la libertà, o meglio la percezione che ognuno di noi porta di essa, sia fondamentalmente legata in modo inversamente proporzionale al possedere. Chi non possiede nulla, non ha nè ancore nè direzioni obbligate. La povertà assoluta di Gesù e di S. Francesco ne è un fulgido esempio. Quando l’orizzonte è di 360 gradi, il vento della propria anima può soffiare liberamente, senza correnti e maree contrarie o favorevoli. Ma noi, purtroppo, possediamo. Possediamo reticoli ed infrastrutture mentali congenite ed acquisite dalle quali, per quanto cerchiamo di fuggire, ne siamo sempre preda più o meno inconsapevoli. Ecco che Silvana dice che della libertà non ne ha che veloci ricordi e piccoli frammenti, che Giuliano si affianca a Vico nel constatare l’immane meccanismo dei corsi e ricorsi storici. Siamo piccoli ma, se ci facciamo ancora più piccoli, come l'universo nella sua lenta ed inesorabile implosione , forse un giorno, proprio come l'universo, arriveremo al big bang della nostra anima e saremo liberi.

6 commenti:

  1. Perfetto, Franz! quando accennavo a quei veloci guizzi di percezione della Libertà pensavo proprio a particolari momenti in cui mi sento talmente legata alla rete della vita che la percezione che ho di me è la stessa che ho per l'insetto più minuscolo: non c'è più il grande e il piccolo o altre differenziazioni ma solo un abbraccio virtuale con tutte le creature, una osmosi tra me e loro dove il senso del possesso e la distinzione stessa viene annullata ; sono solo attimi ma di..... eternità.
    E' sempre un piacere leggere i tuoi interventi!

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  2. Chi nell'infinito mare d'eternità, qieuto e sereno, con le vele gonfie del vento della libertà,attraversa l'oceano della Vita, gode di della Bellezza, della Verità e dell'indifinibile...
    oltre ogni dicitura umana
    oltre ogni conoscenza o conosciuto.
    Vedi, come Silvana, anche se per pochi ...gioisce dell'armonia.
    Ben tornato Capitano!

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  3. Non possedere nulla per essere liberi!
    Quando abbiamo intrapreso il cammino che porta a Santiago, ognuno dei camminanti o qualsivoglia “pellegrini” si è portato la sua “mucilla” o zaino in cui aveva riposto, ciò che con “attenzione” o per “abitudine” aveva ritenuto portare.
    Un zaino, o fardello che con la sua gravità comportava faticosi passi sul cammino.
    Più volte si è pensato e rimuginato dell’utilità o dell’inutilità, dei 200 grammi dello shampoo alle mele, dei 270 grammi di libro, dei 320 grammi di asciugamano morbido, “…ma sì pesano poco cosa possono influire…”, ci si giustificava in continue ragionamenti cercando il consenso del vicino compagno, ma intanto il fardello pesava e costava fatica portarlo.
    Fin ché, non si capisce quando e il come, arriva il momento in cui la decisione assennata o impulsiva ci permetteva di liberarci di ciò che era ritenuto utile/inutile, dandoli in dono a chi né aveva bisogno oppure lasciandoli in luoghi comuni come un tavolo o un ripiano di un bagno.
    Ripensando all’azione del lasciare per “liberarmi” del peso eccessivo, mi sentivo “libero”, di un sofferenza, ma ancor di più mi sentivo “libero” da una idea che mi aveva reso prigioniero.
    Viva la libertà!

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  4. Ciao Franz, mi sono permesso di inserire 2 immagini, giuliano

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  5. Foto quanto mai azzeccate Giuliano. Il sole dietro le nuvole... energia che si cela e si manifesta solo a tratti ; l'eclissi...luce negata da ingombranti presenze. Ecco come con le immagini si traduce un testo, ottimo Giuliano!

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