lunedì 2 febbraio 2009

Meglio viaggiare che arrivare


Molte volte mi trovo con un passo veloce di chi vuole arrivare, di chi sà cosa fare.
Molte volte mi vedo parlare con fare spigliato, di chi sà già cosa dire.
Altre volte mi vedo ingurgitare un cibo che serve solo a colmare.
Pensieri e pensieri che incalzanti guardano oltre l'orizzonte presente.
Lunedì iniziati guardando ad un sabato già raggiunto.
Meglio viaggiare che arrivare.
Meglio svegliarsi prima del suono della sveglia per ritagliarsi un neutro trascorrere del tempo.
Camminare con passo veloce sfiorando la cresta dell'erba, pedalare ponendo attenzione al battito del mio cuore, restare seduti gurdando la gente che passa, soffermare lo sguardo con chi ti è vicino, sedersi a tavola dopo aver cucinato con gli amici.
Meglio viaggiare che arrivare.

2 commenti:

  1. Vero, è bello camminare piano per guardarsi intorno, percepire odori e rumori...basta avere occhi attenti, naso e orecchie sensibili, altrimenti tutto si perde. Allenare la nostra attenzione ai particolari, attraverso esperienze dense, percepite in modo profondo. Buon allenamento a tutti!

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  2. Spezzare la forza dell’abitudine e della consuetudine : sembra una banalità ma credo che la nostra sia una vita basata sulle abitudini e la maggior parte di noi pensa di non esserne schiavo ma quando se ne spezza una, per un motivo improvviso, ci troviamo spiazzati e delusi, insomma se ci si siede un momento a pensare capiamo che abbiamo costruito una vita di piccole, costanti azioni alle quali non riusciamo a rinunciare. La forza dell’abitudine nasce forse dal senso di protezione che ci dà, ma mi chiedo se sia davvero protezione oppure dietro queste azioni reiterate non ci sia qualcos’altro... tante volte ascoltiamo sempre le stesse canzoni ma io spero che ci possa essere sempre un tamburo d’Africa che svegli in me una nuova emozione, una nuova canzone che non conoscevo e che mi riscalderà il cuore.Penso alle parole della poesia Lentamente muore mi sono entrate dentro e non faccio che ripetermi che l’abitudine , come un tarlo, logora e uccide e la sua vittima favorita molto spesso è l’amore, che deve essere una continua scoperta e che non ammette limiti all’immaginazione .
    Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. (Marcel Proust)
    Reiterando Franz "buon allenamento a tutti noi"

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