lunedì 6 aprile 2009

Passato e Presente


I castelli dell’Altopiano delle Rocche, in Abruzzo, sono ( erano?) delle meraviglie architettoniche, fusi magicamente in un ambiente naturale ancora intatto, di una bellezza spettacolare e commovente…
Oltre all’infinito dolore per le migliaia di persone private di tutto da uno scossone di madre terra
(questa volta davvero matrigna), ai tanti morti, alle scene strazianti ed estranianti perché ricordano più che altro scene di guerra, provo un dolore lacerante per questi luoghi devastati che in tempi più felici ho percorso a lungo, immersa nel profumo del timo selvatico e rasserenata dalla presenza discreta e costante dei tanti conventi francescani.

Spero che il numero dei morti non aumenti, che la solidarietà sia forte e costante, che questa regione meravigliosa possa risorgere e, soprattutto, che questa sciagura ci insegni ad essere forti, solidali, civili .

4 commenti:

  1. Ci sono dei giorni bui che segnano la vita. Oggi è uno di questi giorni, un terremoto ha spazzato via vite e storie di vita, E’ un giorno di dolore che ricorderemo per sempre, è una di quelle tragedie che caratterizzerà i ricordi. Vorrei essere lì a scavare, dare aiuto, vorrei essere vicino a chi spera di trovare un persona cara sotto le macerie, per dare una speranza.
    Vorrei che la vita non si fermasse per la violenza della natura.
    P.

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  2. Cordoglio è ancora cordoglio alle tue parole

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  3. Di fronte al dramma s'impone il silenzio della pietas.
    mentre si è vicini con l'animo a chi soffre.

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  4. Sì, va benissimo la Pietas (ci mancherebbe altro) e il silenzio- soprattutto certo silenzio mediatico - ma non riesco a non pensare a questo disastro e agli "assassini": non assassini colposi, perché quando un progettista progetta una costruzione con superficialità, il progettista sa che in quella costruzione ci andranno a stare delle persone e che se quella casa crolla, lì le persone moriranno. Quando la burocrazia, dopo aver fatto passare il progetto attraverso innumerevoli scrivanie, concede la licenza edilizia per un edificio che crolla, tutti sono colpevoli di assassinio. Quando le imprese lucrano su ogni grammo di cemento, su ogni grammo di ferro (che non sempre è a norma), su ogni materiale facendo consapevolmente di un edificio una bomba pronta ad esplodere, sono imprese assassine. Quando i direttori dei lavori si appiattiscono alle esigenze delle imprese, e quando gli ispettori di cantiere, i coordinatori per la sicurezza nei cantieri fanno il loro lavoro in modo colpevolmente superficiale, come chiamarli questi individui senza coscienza se non assassini?
    Poi c’è la Madre Natura , ma questa è un’altra storia...

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